Brunori S.A.S. tra leggerezza e riflessione, recensione del concerto del 30 giugno 2022, Roma

Scritto da il 3 Luglio 2022

Brunori S.A.S.

Roma, Cavea dell’Auditorium Parco della Musica

30 giugno 2022

I trentatré gradi e l’umidità dell’estate romana non fermano le quasi cinquemila persone, perlopiù giovani, dall’accalcarsi sul parterre e sugli spalti della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica per assistere al concerto del cantautore cosentino Dario Brunori, in arte Brunori S.A.S. (in omaggio all’impresa dei suoi genitori) uno dei tanti live in programma originariamente per l’estate del 2020 e, ahimè, rinviati più e più volte nel corso dei mesi fino a svolgersi in questa bollente estate 2022.

Il concerto di Brunori S.A.S.

Una volta entrati e prese le posizioni, si respira quasi un’aria di incredulità e di stupore nel trovarsi di nuovo, dopo tanti anni, in uno spazio per concerti, vicini, quasi ammassati e senza mascherine, occhi negli occhi.

É un ritorno ad una pseudo-normalità che tutti a noi abbiamo desiderato dal profondo del cuore dall’inizio della pandemia e che ora, finalmente, sembra si stia concretizzando.

Dario si presenta sul palco con una band formidabile di sette elementi a suo sostegno: chitarre, basso, batteria, percussioni, tastiere, fiati e cori. Apre il concerto con una delle sue hit più celebri, Al Di Là Dell’Amore, brano dedicato alla politica italiana che ha preceduto l’uscita dell’album Cip! nel 2019, e già dall’inizio si intuisce che sarà un’esibizione molto intensa e coinvolgente.

Prosegue alternando brani della  sua produzione più recente e brani storici dei primi album come Guardia ’82, Lei, Lui, Firenze, Kurt Cobain, Lamezia Milano e Canzone Contro La Paura, facendo scatenare il pubblico presente in un tripudio di canti e balletti a prova di afa estiva.

La band è impeccabile, gli arrangiamenti dei brani funzionano alla perfezione, curati e ricercati nei minimi particolari.

Dario, poi, canta dal vivo così come lo si sente cantare nei dischi (molti lo criticano e lo accusano di imitare gli stili di Rino Gaetano e Francesco De Gregori, ma in realtà lui è molto meno alternativo e sofisticato dei suoi colleghi) e fra un brano e l’altro interagisce, chiacchiera con il pubblico, scherza, si prende in giro e anche solo a guardarlo mette allegria.

Ogni volta che mi è capitato di vedere qualche sua esibizione in TV, e ogni vola che ho infilato un suo CD nel lettore, sono rimasta sempre colpita dalla sua poetica, ma anche e soprattutto dalla sua leggerezza, dal suo preferire il racconto autobiografico all’introspezione (la morte del padre, le estati in Calabria, i ricordi d’infanzia e la nostalgia per l’epoca adolescenziale), tutte caratteristiche che lo rendono estremamente nazional-popolare e che, allo stesso tempo, lo avvicinano al grande pubblico, tanto che, quando te lo trovi davanti con la chitarra in mano, hai la sensazione di essere con un vecchio amico, o con tuo zio (per i più giovani) e tanto da essere capace, nel giro di due ore, di farti cantare a squarciagola come fosse una liberazione, riflettere e, perché no, anche commuovere.

Ieri sera ho avuto la conferma che Dario Brunori è un cantatore perfettamente calato nel periodo storico in cui si trova a vivere, con il suo stile ben definito, che si distanzia da giganti come Dalla e De Gregori ma di cui sembra essere l’erede più diretto.

E in ultimo, ma non per importanza, è sicuramente riuscito nell’intento di far tornare il buonumore e il sorriso a tante, tante persone.

 

A Radio Elettrica abbiamo bisogno del sostegno di tutti.

Se ti piace quello che facciamo… Sostienici!



 


Traccia corrente

Titolo

Artista

Background
WhatsApp chat