Easy Rider – Quando La Musica Diventa Un Inno Alla Libertà

Scritto da il 1 Luglio 2024

easy rider posterC’è chi è nato per correre, come la Nostra Federica Baglioni che potete ascoltare ogni sabato alle 12:00 nel suo programma Born to Run, o chi è nato per la musica, come tutti noi di Radio Elettrica e voi che ci ascoltate e leggete (grazie!) e poi c’è chi è nato per essere selvaggiamente libero, come i protagonisti del film di oggi: Easy Rider, pellicola del 1969 scritta, diretta e interpretata da Dennis Hopper che insieme a Peter Fonda e la partecipazione straordinaria di Jack Nicholson, ci hanno fatto sognare sulle strade americane a cavallo dei loro Chopper.

La storia narra le vicende di Wyatt (detto anche Capitan America) e Billy, che dopo aver trasportato della cocaina dal Messico agli USA, con parte del ricavato acquistano due motociclette con le quali attraversano l’intero territorio, partendo da Los Angeles e diretti in Louisiana in occasione del carnevale di New Orleans. Questo viaggio permette loro di incontrare diverse realtà culturali e vivere le più disparate avventure. Il tutto accompagnato da splendide immagini appartenenti a paesaggi di sterminati deserti americani, sui quali si srotolano chilometri d’asfalto circondato da un immenso nulla.

A condire il tutto ovviamente non può mancare una colonna sonora all’altezza: Easy Rider è forse uno di quei pochi film, dove la colonna sonora basta veramente cercarla e una volta trovata, selezionarla, premere Play, chiudere gli occhi… e viaggiare.

Si parte con la bellissima The Pusher degli Steppenwolf dal loro omonimo album del 1968. Questo brano è inserito all’inizio del viaggio dei due bikers e come è facilmente intuibile, parla di uno spacciatore. È una delle prime canzoni che affronta la dura realtà nell’usare droghe, descrivendo un pusher, come un uomo senza cuore e interessato solo ai tuoi soldi. Il brano è autobiografico. Hoyt Axton, cantante della band, è stato per anni un tossicodipendente e con questo brano ha voluto invitare tutti a stare lontani dalle droghe.

Sempre nello stesso album è incluso quello che probabilmente è il brano più famoso di tutto il film: Born To Be Wild.
Nel verso “heavy metal thunder”, viene usata per la prima volta la parola Heavy Metal in una canzone popolare.
Per dovere di cronaca va detto che, il neologismo Heavy Metal è attribuito a William Burroughs, scrittore e saggista statunitense che l’ha coniato nel romanzo The Soft Machine del 1961, usandolo per descrivere come the Heavy Metal Kid il personaggio di Uranian Willy.

Il brano è stato scritto dal fratello del batterista della band che si è firmato con lo pseudonimo di Mars Bonfire. La canzone è nata per caso.
Mars camminava per Hollywood Boulevard quando vide un poster che diceva Born to Ride con l’immagine di una motocicletta circondata dal fuoco che sembrava spuntare dal suolo come un vulcano. Da poco, l’uomo aveva acquistato la sua prima macchina di seconda mano, una Ford Falcon e questo miscuglio tra adrenalina per l’acquisto dell’auto, la libertà di potersene andare in giro quando voleva e l’immagine della motocicletta, gli ha fatto venire in mente la parola Born To Be Wild (nato per essere selvaggio).

Altro brano degno di nota è sicuramente The Weight dei canadesi The Band contenuta nel loro album “Music From Big Pink” del 1968. La canzone narra di un ragazzo che visita Nazareth e di una sua amica, Fanny, che gli chiede di visitare molti dei suoi amici. Il peso (The Weight) del titolo fa riferimento al carico delle persone che il ragazzo ha promesso di andare a trovare. Il brano nonostante non sia una hit, è sicuramente un classico del Rock.

Naturalmente ci sono altri brani nella colonna sonora che vi invitiamo a cercare ed ascoltare. Chiudiamo questa carrellata musicale con un gigante: Jimi Hendrix che qui troviamo con la sua The Jimi Hendrix Experience. Il brano in questione è If 6 Was 9 contenuta nell’album “Axis: Bold As Love” del 1967 e pubblicata anche come 45 giri insieme a Stone Free. Il brano chiude il lato A del disco ed è un vero e proprio inno della controcultura presente anche in Easy Rider.

Hendrix non è interessato a portare capelli lunghi e unirsi agli Hippy. Lo dice nel verso I ain’t gonna copy you (non ti copierò) o a stare dalla parte dei conservatori dal colletto bianco che They’re hoping soon my kind’ll drop and die (sperano presto che la mia specie cada e muoia). Vuole solo vivere la sua vita alle sue condizioni e sventolare la sua strana bandiera come simbolo della sua individualità.

E l’individualità è indubbiamente un po’ il tema, l’argomento di cui questo film vuole parlare.
Bellissimo lo scambio di battute tra il personaggio di George Hanson (Jack Nicholson) e Billy (Dennis Hopper) quando quest’ultimo gli dice che la gente ha paura di loro, come se andassero lì per tagliargli la gola e George gli risponde che in realtà non hanno paura di loro, ma di quello che loro rappresentano: la libertà!

Quel tipo di libertà che spinge a riflettere e far realizzare che per essere liberi, non basta soltanto pensare di esserlo. Bisogna diventarlo.

Easy Rider è disponibile sulle seguenti piattaforme streaming: Apple TV, Google Play, Prime Video.

Guarda il trailer

 

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