dEUS: recensione del concerto di Roma, Cavea dell’Auditorium, 23 luglio 2023

Scritto da il 24 Luglio 2023

dEUS

Roma, Cavea dell’Auditorium, 23 luglio 2023

recensione concerto

Foto di Massimo Garofalo

_______________

Bollente notte romana. In tutti i sensi. Sia per le temperature e sia per l’energia sprigionata dal palco.

L’occasione è il concerto dei dEUS (che andrebbe scritto proprio così, con una minuscola e il resto in maiuscolo), freschi di un nuovo album dopo 11 anni d’attesa; il disco si chiama How to Replace It, recensito dal nostro Massimo Garofalo sul suo RockShock (qui).

L’atmosfera che si respira arrivando all’Auditorium non è certamente quella delle grandi occasioni: facilità di parcheggio, ingresso rapido, niente file al bar. A quattro passi da qui c’è il delirio per il sold out allo Stadio Olimpico dei Pinguini Tattici Nucleri. Vabbè. A ognuno il suo.

Nella loro ormai trentennale carriera i dEUS sono stati tutto e il contrario di tutto: punk, rock sperimentale, jazz, pop, funk, avant-tutto, spesso sapientemente mescolati insieme e stasera non sappiamo davvero cosa aspettarci, anche considerato il loro ritorno discografico, che lascia intendere uno spettacolo meno aggressivo e più compassato degli show degli esordi.

Ma naturalmente, ci sbagliamo.

Foto di Annarella

Subito dopo l’apertura del concerto, affidata alla title track How to replace it, Tom Barman accorcia le distanze: What the fuck are you doing? Videos for TikTok? This is a rock show! È il suo invito al pubblico della Cavea ad abbandonare le poltrone, immediatamente raccolto dai presenti che formano una massa entusiasta e accaldata sotto al palco.

In effetti il caldo di questi giorni a Roma non perdona e lo stesso Barman, salutando i fan, commenta ironicamente la breezy Summer Sunday che fa da cornice al concerto. Ma né il pubblico, né tantomeno la band, si lasciano fermare dalle temperature proibitive e quello che sulla carta doveva essere un live da seguire tranquilli in poltrona, diventa un tripudio incendiario di suoni ed emozioni.

Il crescendo di energia è evidente già dai primi pezzi in scaletta, brani più datati come Constant now e The architect che si alternano ai più recenti Must have been new e Man of the house, questi tanto evanescenti e rarefatti in studio quanto energici e coinvolgenti nella dimensione live.

E ancora una volta colpisce la capacità dei dEUS di essere tutto e il contrario di tutto: anonimi nell’abbigliamento, apparentemente schivi nell’approccio, eppure capaci di trascinare il pubblico in uno show ad alta tensione, in un’alternanza di suoni puliti e chitarre distorte, continui cambi di tempo e dinamica, momenti (pochi) più intimisti e vere e proprie esplosioni di energia rock.

I musicisti si guardano in continuazione, si capisce che il mestiere c’è e nulla è affidato al caso, tuttavia colpisce l’assenza degli auricolari, tanto che la sensazione è quella di una gigantesca jam session che viene portata a casa senza la minima sbavatura.

In questo è fondamentale l’istrionica conduzione di Tom Barman che, a tratti con la veemenza di un punk ribelle e a tratti con movenze da moderno sciamano, detta tempi e modi dello show senza risparmiarsi, incitando, correndo in lungo e in largo, avvicinandosi più volte a bordo palco, quasi a voler toccare il pubblico e a rendere palpabile lo scambio di energia.

Non manca qualche problema tecnico, lo stesso Barman in più di un’occasione fa cenno al fonico di alzare il volume delle spie e verso la fine del concerto sembra soffrire qualche calo di intonazione, mentre Klaas Janzoons (unico membro originario della band insieme a Barman) deve intervenire sotto la tastiera per risolvere qualche inconveniente; ma il live prosegue senza intoppi e, anzi, va avanti in un crescendo di adrenalina, che trova il suo apice in Sun Ra e nel nuovo arrangiamento di Fell on the floor, man, senza dubbio tra i pezzi più acidi, tirati e coinvolgenti dell’intera serata.

In effetti i dEUS sembrano essere a proprio agio sulle sonorità più dure, anche i brani più morbidi dal vivo acquistano un’aggressività insospettabile e ancora una volta, colpisce la capacità della band di diventare altro da sé, fornendo uno spettacolo decisamente più impetuoso rispetto a quello che ci si sarebbe aspettato.

Dopo la parentesi della struggente Love breaks down, questa sì intimista e sofferta, è il momento del greatest hits: Quatre mains, Hotellounge e Bad timing si susseguono una dopo l’altra in un otto volante di suoni, fino al gran finale con l’adrenalica Suds and soda, che vale da sola il pezzo del biglietto. Sono passate quasi due ore e la band si ritira nel backstage, ma sappiamo che non è finita qui. Infatti, dopo pochi minuti, i 5 di Anversa tornano sul palco e piazzano una lisergica versione di Nothing really ends, che manda il pubblico in visibilio e che, purtroppo, sarà l’unico bis. La tanto attesa Roses, come apprendiamo dalla setlist fortunosamente recuperata al termine, non ha trovato posto come ultimo pezzo in scaletta (l’Auditorium era già fuori tempo massimo).

Un brano tagliato dalla scaletta quindi, per colpa del fuoriprogramma, l’apertura affidata ai Siriana, da Forlì, che ne approfittano per presentare in anteprima le canzoni del loro debut album, che uscirà a settembre e che è stato prodotto da Pierpaolo Capovilla. Al primo ascolto, la loro formula musicale appare come un alternative rock cantato in italiano e venato di sfumature pop che non manca di strappare applausi a un pubblico decisamente trasversale: facce da intellettuali, genitori con figli, newwavers, vecchi rockers, molti ragazzi, qualche volto noto (Alba Rohrwacher). Un pubblico non classificabile e non ascrivibile a una tipologia precisa, esattamente come la musica dei dEUS.

I dEUS vanno dritti per la loro strada, hanno messo in piedi uno spettacolo fatto di atmosfere rarefatte, alternate a ritmi indiavolati e sfuriate con i distorsori al massimo. Non fanno nulla per strizzare l’occhio alle nuove leve, anzi: più passa il tempo e più il loro leader, Tom Barman, si pone com IL crooner dell’indie-rock. Per concludere, serata esaltante per i circa 500 presenti, un’occasione sprecata per chi ha deciso di non esserci, a dispetto anche di un biglietto di ingresso decisamente dal prezzo calmierato.

Setlist del concerto dei dEUS, 23 luglio 2023, Cavea Luciano Berio, Auditorium Parco della Musica

  • How to Replace It
  • Must Have Been New
  • Constant Now
  • The Architect
  • Man of the House
  • W.C.S. (First Draft)
  • 1989
  • Pirates
  • Faux Bamboo
  • Instant Street
  • Fell Off the Floor, Man
  • Sun Ra
  • Love Breaks Down
  • Quatre mains
  • Hotellounge (Be the Death of Me)
  • Bad Timing
  • Suds & Soda
  • Nothing Really Ends

A Radio Elettrica abbiamo bisogno del sostegno di tutti.

Se ti piace quello che facciamo… Sostienici!



 

 

Taggato come

Traccia corrente

Titolo

Artista

Background
WhatsApp chat