Le prime registrazioni inedite di Paco de Lucía e Pepe de Lucía: un tuffo alle radici del flamenco

Scritto da il 2 Marzo 2024

Bulería Niño Ricardo e Me falta la Resistencia sono le due anteprime da Pepito y Paquito, l’album che contiene le prime registrazioni sonore di due figure fondamentali del flamenco contemporaneo, risalenti a quando gli artisti Paco de Lucía e Pepe de Lucía avevano rispettivamente 13 e 11 anni!

Pepito y Paquito sarà pubblicato a maggio da BMG con la Fondazione Paco de Lucía e conterrà 21 brani inediti risalenti al 1959-1960, prima dell’uscita del loro debutto ufficiale Los Chiquitos de Algeciras del 1961.

Questa scoperta di grande valore artistico e storico è stata appena annunciata al Paco De Lucía Legacy Festival, che si è svolto a New York dal 20 al 24 febbraio.

Le anteprime

Le prime due anteprime, Bulería Niño Ricardo e Me Falta La Resistencia, ci offrono un assaggio del talento precoce dei due fratelli, all’epoca rispettivamente di 13 e 11 anni.

Registrate con un semplice registratore Grundig, queste bobine rappresentano un documento storico inestimabile che ci permette di esplorare la genesi di due figure fondamentali del flamenco e la tecnica sopraffina di Paco de Lucía, già in possesso di un genio e talento fuori dal comune

In Me Falta La Resistencia, invece, emerge il carisma di Pepe de Lucía, con la sua voce profonda e appassionata.

L’album Pepito y Paquito è un prezioso tassello che completa il puzzle della storia del flamenco e un tributo doveroso a due artisti che hanno rivoluzionato questo genere musicale.

Oltre all’indubbio valore storico, le registrazioni inedite ci regalano un’emozione unica: ascoltare le radici di Paco de Lucía e Pepe de Lucía, due leggende che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo della musica.

L’album è disponibile per il preordine al seguente link: https://pepeypaco.lnk.to/album

10 anni senza il più grande genio della chitarra spagnola

Il 25 febbraio ricorre un decennio dalla morte di Paco de Lucía, avvenuta nella città messicana di Playa del Carmen. Il suo cuore si è fermato a 66 anni nella quiete di quel paradiso e da allora la chitarra flamenca sente la sua mancanza e lo ricorda, perché nessuno come lui è riuscito a dialogare con lei. Tuttavia, l’anima intrepida e creativa di un musicista rivoluzionario continua a battere attraverso la sua opera senza tempo che è penetrata nel midollo della cultura popolare ed è apprezzata e studiata dagli esperti del settore. Raggiungere l’unanimità nell’eccellenza è alla portata solo degli eletti. Il figlio minore di Antonio Sánchez Pecino era uno di questi.

Paco de Lucía non ha esitato a fondere il flamenco con altri stili, dal jazz alla musica classica, senza perdere un’innegabile profondità rispettando la tradizione che conosceva a fondo. A tutto questo si è aggiunta la padronanza tecnica che ha permesso di cambiare quello stile di suonare e, soprattutto, un’ispirazione che ha svelato emozioni che trascendono il colore della pelle e le varie culture. Una visione unica e la capacità di trasformare forme e narrazioni di un genere universale che, attraverso note e accordi suonati con eleganza e stile, ha segnato la diffusione del flamenco a ogni latitudine e territorio sonoro.

 

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