Il Grande Freddo (The Big CHill): cosa rimane della musica del ’68?

Scritto da il 5 Marzo 2024

Apriamo questa settimana la rubrica Let the music play – quando la musica diventa film.
Ogni settimana parleremo di un film che ha una colonna sonora piacevole da ascoltare o che in qualche modo ne ha contribuito al successo.

Si parte con Il grande freddo film del 1983 diretto dal regista e sceneggiatore Lawrence Kasdan (sue le sceneggiature de L’impero colpisce ancora e i predatori dell’arca perduta).

Nella colonna sonora di questo film si pesca a man bassa dal catalogo della Motown, ma non solo.
C’è tantissima musica e in particolare quella che va dalla fine degli anni ’60 all’inizio degli anni ’70.
Il periodo non è casuale. Il film infatti, parla di un gruppo di amici ex contestatori sessantottini, che si ritrova a distanza di quindici anni, dopo essersi persi di vista per aver intrapreso strade diverse.

La colonna sonora parte con Marvin Gaye e la sua I heard it through the grapevine. Questo brano è stato scritto nel 1966 da Norman Whitfield e Barrett Strong. La prima registrazione viene affidata al gruppo The Miracles, sempre nel 1966, che però non viene pubblicata. La canzone passa nelle mani di Marvin Gaye che registra una sua versione nel 1967 ma vede la luce solo nell’agosto del 1968 con l’uscita dell’album In the Groove dove è inserita. Il successo dell’album è tale da convincere il produttore Berry Gordy a far uscire I heard it through the grapevine come singolo nell’ottobre del 1968.

Il film continua con una canzone delle pietre rotolanti più famose della storia della musica. You can’t always get what you want. C’è una storia curiosa dietro questo brano, beh in verità ce ne sarebbero diverse, ma abbiamo deciso di raccontarvi come è nata la canzone.

La band di Mick Jagger (per la cronaca i Rolling Stones) si trova ad Excelsior, Minnesota per una tappa del loro tour del 1964.
Jagger entra in un drugstore e ordina una Cherry Coke (una coca-cola con ciliegie vere dentro). Quando il commesso gli dice che non hanno Cherry Coke, Jagger incredulo esclama: non avete Cherry Cocke? Alla scena assiste Jimmy Hutmaker, un ragazzo che è in fila proprio dietro Jagger e gli risponde: you can’t always get what you want – non puoi sempre avere quello che vuoi. Da lì l’illuminazione! Per ringraziare Jimmy per lo spunto datogli (tra l’altro il nome Jimmy compare anche in una strofa della canzone), Jagger manda una Limousine a prendere il ragazzo per portarlo al concerto.

Intanto i protagonisti del film si riuniscono nella villa di una coppia di amici storici, ora moglie e marito dove decidono di passare il fine settimana tutti insieme ricordando i tempi andati. E questa situazione regala l’occasione per ascoltare ancora della buona musica.
Infatti c’è un giradischi che per tutto il tempo (o quasi) è acceso e ogni tanto qualcuno mette su un disco.

E allora ecco che partono brani come Gimme some lovin’ dei The Spencer Davis Group, oppure Bad Moon Rising dei Creedence Clearwater Revival o A whiter shade of pale dei Procol Harum. A proposito di quest’ultima, sapevate che Johann Sebastian Bach ha profondamente influito sulla composizione del brano e sull’organo Hammond suonato da Matthew Fisher?

Pare che la band abbia preso spunto da una cantata del 1731 del compositore tedesco e un’aria composta per il principe Leopoldo di Anhalt tra il 1717 e il 1723.

Il film continua e la lista di canzoni è davvero lunga e onestamente crediamo sia prolisso citarle tutte. Quindi facciamo solo altri pochi nomi tra cui: Aretha Franklin con la sua memorabile (You make me feel like) a natural woman e The Temptations e la loro My girl.

Il fine settimana è ormai giunto alla fine. È mattina e i protagonisti si ritrovano tutti intorno al tavolo a fare colazione e il film si chiude sulle note di Joy to the world dei Three Dog Night e ancora una volta, la musica accompagna perfettamente la scena nella quale è inserita.

Questa canzone infatti, parla della gioia che si può trovare nelle cose semplici. Consiglia di lasciarsi alle spalle ansie e stress della vita quotidiana e abbracciare il piacere del ritrovarsi accanto a una persona speciale. Proprio quello che accade ai protagonisti che solo alla fine del film, riescono a dissipare quel grande freddo del titolo (metafora del gelo dei rapporti personali creato dalla lontananza e mancanza di comunicazione), per ritrovarsi in una redenzione carica di promesse e buoni propositi per il futuro.

Il grande freddo è disponibile sulle seguenti piattaforme streaming: Apple TV, Google Play, Prime Video.

Guarda il trailer del film

 

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